mercoledì 11 luglio 2012

Libia: se bastasse un'elezione

Un Dossier tutto sulle elezioni libiche, partiti, problemi e scenari della Libia del futuro.


Le elezioni del 7 luglio, le prime elezioni libere tenutesi in Libia dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi, sembrano incoraggiare previsioni ottimiste sul futuro del paese. Nonostante diversi episodi di disordine e tentativi di boicottaggio si siano registrati in Cirenaica, le votazioni si sono svolte tutto sommato regolarmente e il clima generale è stato sostanzialmente positivo, soprattutto nella capitale. Secondo le prime indicazioni, almeno nelle circoscrizioni dell'ovest del paese, la formazione secolarista guidata da Mahmoud Jibril, già primo ministro del primo governo provvisorio post-Gheddafi, sembra essere in vantaggio sui partiti islamici mentre il paese ha incassato i complimenti e gli elogi della comunità internazionale. Tuttavia le insidie sul futuro del paese non sono state fugate del tutto. Innanzitutto, per effetto della legge elettorale che premia i rappresentanti locali, la composizione parlamentare obbligherà a grandi intese e a tener presente gli interessi delle singole regioni. Per questa ragione difficilmente il partito di Jibril riuscirà a governare da solo. Le sfide sono ancora numerose e di difficile soluzione. Innanzitutto, la Libia non è ancora pacificata: scontri si verificano infatti in diverse parti del paese, in particolare nel sud, presso le città di Sebha e Kufra. Restano poi numerose le milizie armate che occupano il territorio libico e che cercano di ritagliarsi un ruolo di potere o che contrattano la consegna delle proprie armi in cambio di un posto nell’esercito regolare o nella burocrazia statale. Restano, e saranno probabilmente, sempre più pressanti, anche le richieste di autonomia della Cirenaica. Il futuro governo e il nuovo parlamento, quindi, seppure in un quadro di legittimazione popolare molto differente rispetto a quello del Consiglio Nazionale Transitorio, dovranno affrontare problemi irrisolti e guidare il paese verso un processo di transizione che si prospetta lungo e molto delicato.

Primi commenti sul voto in Libia

Voto in Libia, ecco perché è davvero troppo presto per cantare vittoria



un pò di articoli e interviste di giugno 2012 sulla Libia


 


Tutta un'altra Libia? - Caffè geopolitico

La Libia resta un incognita

Libya Remains a Terra Incognita
giugno 2012
Uno studio da me curato con molti tra i maggiori esperti mondiali di Libia.
Karim Mezran, Luis Martinez, Mansour el-Kikhia.

mercoledì 23 maggio 2012

LIBIA - Analisi per il Parlamento

Approfondimento sulla Libia per l'ufficio Studi del Parlamento (Aprile 2012)

martedì 10 aprile 2012

Speciale presa diretta (Rai3) sulla Libia



La puntata del 2 aprile di "Presa Diretta" è stata dedicata interamente alla Libia.
Tra i numerosi e validi ospiti anche il sottoscritto.
Bellissimi alcuni reportage.

lunedì 20 febbraio 2012

La Libia un anno dopo la rivolta

Ancora un rentier state! Quando la rendita arriva prima della democrazia...
Articolo per Linkiesta e ISPI

lunedì 6 febbraio 2012

Italia: ancora media potenza?

Monti va da Obama a sdoganare definitivamente l'Italia

Non bisognava aspettare lʼarticolo del Financial Times per accorgersi dellʼautorevolezza del nostro presidente del consiglio, scrive Arturo Varvelli ricercatore all'Istituto per gli studi di politica internazionale. Mario Monti si prepara all’incontro con Barack Obama del 9 febbraio, dove cercherà di fare un altro passo per il riaccreditamento internazionale del nostro Paese. Per Monti sarà lʼultimo e decisivo passaggio di ri-accreditamento dellʼItalia sulla scena internazionale. L’Italia per ripartire ha infatti bisogno di rinsaldare due direttrici fondamentali per la sua sopravvivenza: l’ancoraggio atlantico e il ritorno alla centralità europea. Ma al di là dei suoi sforzi resta da capire se Roma avrà ancora la forza di giocare un ruolo internazionale rilevante per lʼalleato maggiore.

Mario Monti a Tripoli

Monti alla campagna di Libia per gli interessi italiani - Articolo per Linkiesta - 21 gennaio 2012

Mario Monti è volato a Tripoli per la prima visita di un capo di governo italiano nel post Gheddafi e per firmare la «Tripoli declaration», un nuovo patto che punta a «rafforzare amicizia e collaborazione nel quadro di una nuova cornice di rapporti bilaterali e multilaterali». I libici si stanno ritirando dagli investimenti all’estero e si terranno alla larga dalla ricapitalizzazione di UniCredit. Ma sono tanti gli interessi da salvaguardare per un’Italia che ha sempre più concorrenti esteri nell’ex colonia. Dall’Eni all’immigrazione all’addestramento del nuovo esercito, ecco tutti i temi sul tavolo.

Il petrolio libico tra incertezze politiche e nuova concorrenza internazionale

Il petrolio libico tra incertezze politiche e nuova concorrenza internazionale - ISPI Analysis

Dicembre 2011.

Monti riceve Jalil - articolo per Linkiesta - 15 dicembre 2011

Roma sblocca i fondi alla Libia in cambio degli interessi Eni

È in questi giorni che forse appariranno più chiari i nuovi rapporti di forza nelle relazioni con Tripoli. Mentre il presidente del Consiglio Nazionale libico Mustafà Abdel Jalil... continua